domenica 29 aprile 2007

manifesto dell'artista indipendente

Ma poi la libertà cos’è?
Essere sino in fondo.
“……andare in crisi, mettere in crisi, interrogare e interrogarsi”. (Ferraretti, parlando degli intellettuali).
Muoversi ai margini, eppure dentro il mondo, cercare un’anarchia del pensiero e del movimento come una calda utopia verso cui tendere.
Corpo_cervello_movimento, risorse disponibili, strumenti di libertà e creatività, poiché non c’è corpo senza mente.
Danzare, crescendo, viaggiando, a volte sostando, subire uno spaesamento, ridefinendo, reinventando la propria identità, come una e molteplice. Lasciar andare le persone e le cose con cui abbiamo interagito in qualsiasi misura. Poiché conta ciò che è scaturito da quell’interazione, in quel preciso istante.
Gridare di gioia attraverso le cellule del corpo. Corpi malleabili, plasmati dall’esperienza impressa sul corpo durante il viandare: odori, profumi, persone, culture, musiche, strade, posti, spazi, pelle, sguardi, corpi, contatti. Se per caso non si sa quel che si fa bisogna ringraziare, sedere in quel momento di incertezza, perché è da lì che nascerà qualcos’altro Chiedersi perché, come, cosa, dove, quando. È in confusione che il corpo incontra altri corpi, disegnando nello spazio meravigliose danze.
Oscillare senza fretta, dondolare nel mondo dolcemente, poiché è la forza di gravità a dar quiete naturale al moto.

Chi sceglie di danzare a volte sceglie il silenzio e le pause, sceglie il respiro profondo, il contatto col suolo; sceglie di rinnovare le proprie motivazioni ogni istante della propria vita; affronta, confronta e, nell’azione (o non azione) sincera, compie passi che segnano un cammino, la cui meta non risiede altro che in ogni singolo passo.

Bisogna dar fiato all’artista indipendente che per scelta, fisionomia e non-forma mentis, ragiona e sente diversamente, semplicemente, senza troppo rumore. Non si comprime ciò che per nascere e crescere ha bisogno di luce, acqua, aria più di una serra o un contenitore.

…………………………………ripensare la danza e l’arte come ricerca interiore e personale, come qualcosa di liquido e mutevole, come comunicazione non forzata, rigorosamente libera e spontanea.

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